martedì 22 maggio 2012

 Estratto da MarieClaire di Aprile 2012

...Anche l’Italia è allineata: «Insoddisfazione verso se stesse e ansia si proiettano sul proprio aspetto. Da noi si assiste a un incremento delle vittime del dieting (diete ripetute con relativi fallimenti) e di una percezione del proprio corpo alterata e che si discosta da quella reale», sottolinea Monica Pirola, psicologa del comportamento alimentare (monicapirola.com). «Il problema coinvolge soprattutto le donne e le motivazioni devono essere ricercate nella propria storia personale, nella persistenza di conflitti emotivi, anche associati a un’infanzia o un’adolescenza con forme lievi di anoressia o bulimia. Anche quando la questione cibo è risolta, il rapporto con il peso resta conflittuale».


Leggere le emozioni. Per chi è in evidente sovrappeso e chi si sente grassa esiste l’anti-dieta. «Si tratta di un approccio cognitivo-comportamentale anziché alimentare», spiega Pirola. «Dal colloquio clinico in cui si analizzano le motivazioni che spingono a tuffarsi sul cibo si passa alla compilazione del diario alimentare che include appunti su sensazioni e pensieri correlati ai pasti. Inoltre si analizza la percezione della propria immagine corporea, sempre alterata, per migliorarla e finalmente riconciliarsi con il proprio aspetto. Rientra infatti nella terapia la propria valorizzazione estetica, come andare dal parrucchiere, dall’estetista, sottoporsi a massaggi che fanno bene anche all’umore. Infine, mettere la bilancia in soffitta e iniziare un programma di movimento soft e privo di stress».

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