giovedì 25 ottobre 2012

MANGIARE PER STRESS...

Uno studio ha indagato un fenomeno conosciuto solo in parte:
il nesso tra stress e sovrappeso.



Lo stress, secondo la dottoressa Zofia Zukowska della Georgetown University di Washington DC , non solo può indurre a mangiare di più, ma fa assimilare di più quello che mangiamo. 
L'ormone 'neuropeptide Y' (NPY), fa il resto, permettendo l'accumulo di maggiori quantità di grasso alle cellule del tessuto adiposo, in particolare proprio dove sono più pericolosi e cioè attorno alla vita, conferendo quella forma a mela (obesità centrale) che è legata a ipertensione, diabete, malattie cardiovascolari.

"Sotto stress - spiega la dottoressa Zukowska - molte persone tendono a mangiare di più per cui si pensa che lo stress danneggi la silhouette perché induce a mangiare troppo. Ma questa è solo una parte del problema", sottolinea la ricercatrice. "Noi abbiamo dimostrato che lo stress fa ingrassare anche per altre vie - spiega - non perché induce a mangiare troppo ma perché fa assimilare di più quello che mangiamo".

Questo effetto, precisa l'esperta, diventa ancora più marcato quando, proprio perché sotto stress, si è presi da 'fame nervosa' e si mangia troppo.
"Abbiamo visto che se mangi il doppio delle calorie a causa dello stress - spiega Zukowska - il corrispondente aumento di peso non sarà di due volte (cioè equivalente all'ammontare delle calorie ingerite) ma quattro volte tanto", come se sotto stress si assimilasse il doppio.

Come risolvere questo problema? 
Lavorando in sinergia su alimentazione e stress.

Consulenze psicologiche volte a lavorare sulla fonte di stress ed un controllo dell'introito alimentare, sono sicuramente la risposta a questa grande problematica!
Ammettere di avere un problema ed attivarsi per risolverlo è il primo grande passo verso il proprio benessere!

L'approccio ANTI-DIETA lavora proprio su questo! Grazie alle tecniche cognitivo-comportamentali è possibile individuare i comportamenti alimentari non corretti e i pensieri disfunzionali sottostanti; inoltre con un counseling psicologico mirato, si possono risolvere o almeno limitare le fonti di stress e perseguire i propri obiettivi più serenamente!

Per informazioni: Dott.ssa Pirola - monicapirola@yahoo.it - 02.86.87.51.64

mercoledì 24 ottobre 2012

MANGIARE PER NOIA

Le persone che combattono con il peso, spesso sono soggette all’alimentazione emozionale, ovvero "la situazione vissuta da quei soggetti che mescolano le emozioni con l'assunzione di cibo e usano il cibo per far fronte alle emozioni che ogni giorno incontrano".

Spesso infatti, chi è a dieta fallisce perchè è “stressato, stanco, arrabbiato o annoiato”.
Sì, perchè anche la noia nuoce alla dieta.

Ci sono molte piccole strategie che si posso attuare per evitare di mangiare per noia, ognuna di queste può essere indicata per alcuni soggetti e non per altri, è infatti un elemento completamente soggettivo.
Ecco alcune idee per evitare di mangiare "PER NOIA":
- una passeggiata all'aria aperta
- svolgere quelle faccende che "da sempre rimandiamo"
- leggere un libro o una rivista
- ascoltare brani musicali piacevoli e coinvolgenti
- disegnare/creare con le mani
- approfondire argomenti frivoli ma coinvolegenti, es. trucco, abbigliamento, macchine, viaggi...

L'importante è solo "METTERCI LA TESTA".
Impariamo a non fare le cose "tanto per farle", ma a goderci ogni attimo dell'attività che stiamo svolgendo, vedrete che il cibo non farà più parte dei vostri pensieri!

Un'ultimo elemento importate è cercare di capire quali sono le situazioni in cui “mangiamo per noia”: quando aspettiamo il partner? Al lavoro, con un collega noioso? Nell'attesa delle attività sportiva dei figli?

Ogni situazione può avere precise modalità per evitare di mangiare in eccesso e in modo continuo!

E voi, quando mangiate per noia? Scrivetemi le occasioni in cui vi capita, insieme possiamo trovare nuove idee per evitarlo! ;-)

A presto,
Dott.ssa Pirola

sabato 20 ottobre 2012

COMINCIAMO DALLA NOSTRA TAVOLA

Interessantissimo articolo di Rossana Biffi  

Le prescrizioni contro tumori e malattie del cuore del dottor Franco Berrino: 


«Attività fisica. Alcuni esami indispensabili. E una corretta alimentazione».

Secondo studi ormai trentennali dell’oncologia mondiale, con una buona dieta si potrebbero evitare il 30-40 per cento di tutti i tumori. Prevenzione significa seguire le iniziative che riducono il rischio di ammalarsi: «La prevenzione primaria consiste nell’eliminare la causa delle malattie, e le cause delle malattie stanno nel nostro ambiente e nel nostro stile di vita», spiega il dottor Franco Berrino, epidemiologo di esperienza internazionale, direttore del Dipartimento di medicina preventiva all’Istituto dei tumori di Milano. «Poi c’è stata un’estensione del termine: prevenzione nel senso di trovare precocemente malattie o condizioni premorbose per poterle curare, in modo che la malattia conclamata non si manifesti. Esempi tipici di questa prevenzione secondaria per i tumori maligni sono il pap-test e la mammografia».
  • Guardiamo all’intera famiglia, iniziando dai bambini. Quali esami far fare loro?
«Gli esami che io raccomando, per tutte le età, sono veramente pochi. Per i bambini, bisogna fare alla nascita quelli per difetti congeniti che possono causare ritardi nel sistema nervoso, come la fenilchetonuria e l’ipotiroidismo congenito. In Italia sono anche importanti gli esami per le patologie delle emoglobine, ancora presenti in certe zone. A parte ciò, quando il bambino è nato e sta bene, il mio punto di vista è di non fare assolutamente nulla. Bisogna dargli da mangiare cose corrette. Naturalmente, il latte della mamma il più a lungo possibile. Almeno sei mesi di allattamento materno sono estremamente importanti per dare al bambino un meraviglioso sistema immunitario e farlo crescere robusto. La raccomandazione che darei alle mamme è: se il bambino sta bene, è contento, gioca, non preoccupatevi».
  • Uno stile di vita sano da bambini?
«Per loro, anche la prevenzione alle malattie sta in un alimentazione corretta e nel moto. È fondamentale che si muovano. Allora spegniamo la televisione, perché non si abituino a viverci di fronte. E stiamo attenti anche a questo impero commerciale delle playstation. Non voglio dire che non debbano andare su Internet e così via. Però devono essere formati a utilizzare il corpo nella sua totalità, e non soltanto le dita delle mani sulle tastiere. Naturalmente le attività sportive sono le cose migliori, ma basta anche fare passeggiate e giocare».
  • E sulla loro alimentazione?
«I nostri bambini sono fin troppo nutriti e c’è un problema crescente di obesità infantile, legata a ciò che mangiano e alle bevande zuccherate. Queste ultime sono fra le principali cause dell’obesità infantile, compresi i succhi di frutta con lo zucchero. Leggiamo le etichette quando comperiamo le cose al supermercato: se c’è zucchero in un succo di frutta, non compriamolo. I cibi troppo ricchi di zucchero, di grassi e di farine raffinate sono quelli che fanno diventare i bambini obesi. Fra questi ci sono le famose merendine. Qui da noi organizziamo corsi per merendine, nei quali facciamo fare ai bambini stessi degli ottimi dolci senza zucchero, con farine non troppo raffinate, dolcificati con frutta secca, uva sultanina, albicocche secche».
  • Cosa devono mangiare, allora?
«Non c è grande differenza tra l’alimentazione dei bambini e quella degli adulti. Vede, nel 2007 il Fondo mondiale per la ricerca sul cancro ha prodotto un volume imponente, dopo anni di lavoro da parte di 15 gruppi di ricerca (compreso il nostro) sparsi in tutto il mondo. È stato un lavoro di revisione di tutti gli studi scientifici sul rapporto tra alimentazione e cancro. Poi un comitato di saggi ne ha tratto raccomandazioni generali, e queste raccomandazioni anticancro sono le stesse che valgono per la prevenzione delle malattie cardiovascolari. 
La prima è quella di mantenersi snelli per tutta la vita; 
la seconda, di fare attività fisica tutti i giorni, almeno mezz’ora di passeggiata veloce. 
La terza riguarda anche un po’ come fare a non ingrassare, e dice: ridurre i cibi ad alta densità calorica ed evitare il consumo di bevande zuccherate. I cibi ad alta densità calorica sono quelli fatti con la farina 00, i nostri dolci di pasticceria, i cibi pronti che si acquistano al supermercato e che sono ricchi di zuccheri e grassi. 
La raccomandazione successiva dice: basare la propria alimentazione quotidiana prevalentemente su cibi di provenienza vegetale, non raffinati industrialmente. Cioè cereali, legumi e una grande varietà di verdure stagionali e frutta. I cereali vanno bene tutti, quindi riso integrale, farro, orzo, miglio, grano saraceno anche se non è proprio un cereale, mais nonostante l’indice glicemico piuttosto alto. Per cereali intendo non quelli già pronti e reclamizzati per la colazione, ma quelli che si cucinano. Sono i piatti che i popoli del mondo hanno sviluppato fin dall’antichità: la nostra pasta e fagioli, il cous cous con i ceci dell’Africa, il riso con la soia in Oriente, i fagioli neri con il mais in Messico».
  • E per quanto riguarda la carne, il pesce, i formaggi?
«Sempre nel rapporto c’è una raccomandazione: ridurre il consumo di carne rossa ed evitare quello di carni conservate, i salumi per intenderci. Chi vuole mangiare la carne rossa, dovrebbe non superare il mezzo chilo a settimana, mentre dei salumi andrebbe fatto un consumo del tutto eccezionale. Non ci sono raccomandazioni sulle carni bianche, né sul pesce. Neppure su latte e formaggi, perché qui i risultati degli studi sono ambigui e sono contrastanti, tra un tipo di tumore e l’altro. Ci sono invece sul legame tra latte e formaggi e malattie cardiovascolari, perché sono fonti di grassi saturi, assieme a carni rosse e salumi, e quindi fanno aumentare il colesterolo e crescere i rischi cardiovascolari».
  • Da anziani, lo stile di vita raccomandato è uguale a quello per gli adulti?
«Fondamentalmente sì. La malattia più drammatica della persona anziana è la demenza, l’Alzheimer. Sempre più studi mostrano come la stessa alimentazione che favorisce il diabete (troppo ricca, troppo piena di zuccheri e grassi, e accompagnata a vita sedentaria) favorisca anche l’Alzheimer. Gli anziani prendono farmaci per molte cose, ma nella stragrande maggioranza dei casi i loro disturbi metabolici possono essere prevenuti con lo stile di vita».
  • Vediamo gli esami raccomandati.
«Sono quelli da fare quando non si è più giovanissimi: gli esami del sangue per misurare il colesterolo, i trigliceridi, verificare il funzionamento del fegato. E poi ci sono quelli raccomandati per la prevenzione e la diagnosi precoce dei tumori. Ce ne sono alcuni di provata efficacia, come il pap-test e la mammografia. Anche la ricerca del sangue occulto nelle feci, sarebbe sensato che tutti la facessero dopo i 50 anni, perché può ridurre la mortalità per tumore all’intestino. Invece, alcuni di noi del mondo della sanità pubblica, raccomandiamo di non fare l’esame per la diagnosi precoce dei tumori alla prostata, perché lì è molto dubbio se i benefici siano superiori ai danni. Tra i 60 e i 70 anni, il 40 per cento degli uomini ha un cancro alla prostata; a 80 anni, lo ha l’80 per cento. La maggior parte di questi cancri si manifesterà solo dopo la nostra morte, che con tutta probabilità avverrà a causa di altre malattie, ma se andiamo a fare degli esami, rischiamo di trovare questi tumori e se li troviamo, ovviamente, saremo portati a curarli. Se lo facciamo, però, causiamo dei danni: impotenza, incontinenza. Gli esami di diagnosi precoce hanno lati positivi e negativi, e la gente dovrebbe essere informata di entrambi».
  • Diverso stile di vita: ma come riuscirci?
«Guardi, se si è grassi non significa fare diete contando le calorie, ma solo cambiare le cose che si mangiano. In molti centri qui in Italia, stiamo iniziando uno studio chiamato Progetto Diana (per informazioni: www.istitutotumori.mi.it, telefono 02/23.90.28.68): vogliamo raggiungere alcune migliaia di donne operate di cancro alla mammella negli ultimi cinque anni, per vedere se modificando lo stile di vita riusciamo a modificare le recidive di questo cancro. Tra le donne che hanno partecipato a una prima fase, quelle che erano grasse sono dimagrite sistematicamente senza che noi dicessimo di mangiare poco. Hanno smesso di mangiare il pane bianco, il riso bianco, i fiocchi di cereali industriali a colazione, le farine raffinate. Hanno mangiato quotidianamente i cereali integrali, i legumi, le verdure e hanno ridotto il consumo di grassi di provenienza animale, cioè di carni e latticini. Il tutto mangiando molto bene, perché hanno seguito i nostri corsi di cucina, per imparare a cucinare queste cose senza rinunciare ai piaceri gastronomici».

Rosanna Biffi
  
   
GLICEMIA
Eventualmente associato alla ricerca del glucosio nelle urine (glicosuria), la glicemia è consigliata alle persone in sovrappeso e a quanti presentano familiarità per diabete e malattie cardiovascolari. In ogni caso la glicemia andrebbe ripetuta annualmente dopo i 45 anni. Il diabete non riconosciuto e quindi non trattato aumenta il rischio di infarto, ictus, malattie renali, problemi alla circolazione degli arti e alla vista.
PRESSIONE ARTERIOSA
Per tutti: almeno ogni anno. Il controllo regolare consente di individuare un'eventuale ipertensione e di trattarla, riducendo il rischio di malattie cardiache e renali.
COLESTEROLO
La colesterolemia è consigliata a chi ha familiarità con malattie cardiovascolari o altri fattori di rischio, come ipertensione e diabete. In caso di elevati livelli nel sangue l’esame va ripetuto in base alle indicazioni del medico.


E tu che tipo sei?
Cinque profili per capire i check up giusti
Se vi riconoscete in una di queste cinque tipologie, ecco alcuni test specifici da fare con regolarità, anche se state bene.
IL PIGRO
Il pericolo viene dal metabolismo eccessivamente rallentato e dalla facilità di assumere peso. Conviene studiare con cura il profilo di rischio cardiovascolare: colesterolo Hdl, Ldl, trigliceridi e glicemia non possono mancare. Per valutare meglio il metabolismo può essere utile anche la misurazione dell'azoto nel sangue (azotemia), della creatinina (indice di funzionamento dei reni) e degli elettroliti, vale a dire sodio e potassio.
IL SOVRAPPESO
In agguato c'è la sindrome metabolica, quella serie di alterazioni che portano alla resistenza all'insulina e aprono la porta al diabete e a un maggior rischio cardiovascolare e di tumori. Oltre alla misurazione del girovita, fatta dal medico, tra gli esami del sangue conviene controllare la glicemia e l'emoglobina glicosilata, nel caso la glicemia sia elevata. Attenzione ai parametri di rischio cardiovascolare: elevati valori di colesterolo Ldl e/o trigliceridi, bassi valori di Hdl. Un occhio speciale va prestato alla pressione arteriosa.
LO SPORTIVO
Dovrebbe sottoporsi regolarmente a esami che permettano di valutare la resistenza dell'organismo allo sforzo. Fondamentale è l'elettrocardiogramma da sforzo, cui aggiungere una misurazione nelle 24 ore della pressione arteriosa, per valutare la risposta cardiovascolare alla fatica. Da non dimenticare gli esami del sangue che prevedono il controllo dei fattori di rischio cardiovascolare, oltre alla valutazione dell'emocromo con particolare attenzione all'emoglobina contenuta nei globuli rossi che potrebbe indicare un anemia.
LO STRESSATO
Fondamentale è capire la reazione dell'organismo alla tensione. 
Nei centri specializzati si effettua la cosiddetta valutazione neurovegetativa: diversi esami mirati, tra cui un elettrocardiogramma da sforzo e la misurazione della pressione arteriosa e del battito cardiaco per 24 ore, al fine di capire la variabilità della frequenza cardiaca. Soprattutto nelle fasce d'età più avanzate, possono essere consigliati l'ecocardiogramma e la valutazione delle pareti delle carotidi, arterie che portano il sangue al cervello. Sono utili anche per chi è in sovrappeso.
IL FUMATORE
L'imperativo assoluto, la prima e necessaria prevenzione per scongiurare il tumore al polmone (oltre a enfisema polmonari, patologie circolatorie e cardiache, ictus e rischio di impotenza) è smettere di fumare. Si respira meglio, meno tosse, catarro, faringiti, laringiti, bronchiti croniche, maggiore resistenza fisica, calma e concentrazione, si dorme meglio, si russa di meno ecc.). Il fumo è un fattore di rischio per i vasi sanguigni, e quindi l'intera batteria dei controlli dei valori dei lipidi nel sangue e della pressione arteriosa sono fondamentali. In questo caso, però, vanno tenute sotto controllo le vie respiratorie. Per identificare un eventuale tumore in fase iniziale non serve la classica lastra al torace; la Tomografia computerizzata spirale è più sensibile, ma non è ancora chiaro se consenta di ridurre la mortalità per cancro al polmone. Molto utili anche spirometria e misurazione della percentuale di ossido di carbonio presenti nell'aria respirata.